Richard Nonas

1936, Brooklyn, USA

Biografia

Nasce a New York nel 1936. Dopo gli studi in Letteratura e Antropologia (University of Michigan, Lafayette College, Columbia University e University of North Carolina) lavora per dieci anni da antropologo, sia insegnando in u. S. A, sia direttamente sul campo in America Latina, Nord Ontario e Yukon in Canada, Messico e Sud Arizona. Alla fine degli anni ’60, dopo un intenso periodo di riflessione sul sistema accademico, decide di diventare artista a tempo pieno. La prima esposizione è del 1970 nella celebre Galleria 112 Greene Street, New York; in breve tempo le sue opere ven- gono esposte in molti spazi statunitensi e in tutta Europa. Ad oggi, ha installato ed esposto le sue opere in Francia, Svezia, Polonia, Olanda, Spagna, Norvegia, Danimarca, Austria, Svizzera, Italia, Germania, Belgio, Bosnia, Serbia, Messico, Giappone e in molte città degli Stati uniti. I suoi lavori sono ospitati presso le più importanti raccolte pubbliche e private del mondo come: Guggenheim Museum, MOMA e collezione Vogel, New York; Museum of Contemporary Art Los Angeles; Musée de Grenoble; Moderna Museet, Stoccolma; Collezione Panza di Biumo, Varese; Collezione Ratti, Como. Attualmente, la sua ultima esposizione personale in Italia è stata No-Water-In presso la Galleria P420, Bologna (maggio 2011). 


Comincia la sua ricerca sulla manipolazione della materia verso la fine degli anni ’60 quando, dopo un’esperienza a Parigi, torna a New York nel pieno delle sperimentazioni radicali e delle trasformazioni sociali degli anni ’70, con una prima serie di lavori a terra, grandi quadrati fatti con travi in legno sovrapposte. Riguardo al suo lavoro scrive: “Mi sono ritrovato a non volere aggiungere nulla, nessun commento o spiegazione. Le mie precedenti spiegazioni sembravano spiegare troppo. Le mie teorie distorcevano la realtà. Mi sono trasformato in un artista. Vidi che oggetti semplici erano frammenti che potevano convogliare un’emozione umana complessa verso una via istantanea, immediata, indivisa che non era alla portata delle parole”. Nei suoi lavori usa materiali comuni (legno, ferro, pietre) trovati per strada – in città, in foreste e montagne; li sceglie, li raccoglie e poi li dispone ordinatamente. Definirlo però minimalista è riduttivo: il suo lavoro infatti ha una profonda valenza emotiva rispetto alla fredda struttura del minimalismo; è una vera vocazione “al limite tra la testa e la pancia”. Nonas crea dei luoghi, dei places, come li chiama lui, dove cambiano punto di vista e loro significato. Non c’è trucco né inganno: il risultato è semplice, quasi un gioco da bambini, di cui le regole e la storia, non chiare, creano confusione nell’orientamento di chi lo guarda. 


Highlight 

Nato come antropologo, sin dall’inizio ha scritto innumerevoli testi sui significati intellettuali ed emozionali della scultura e dei concetti di space e place in funzione delle varie culture. Nel 2010 realizza la mostra personale Shoots good, not straight al Musée d’Art Moderne de Saint-Etienne e l’anno dopo realizza a Vière, sempre in Francia, la grande installazione Edge- Stones sulle montagne dell’Alta Provenza. 

I Do di Richard Nonas

Opere e contributi