Biografia
Nasce a Torino nel 1936. Dopo gli studi in Lettere, nel 1960 si trasferisce a Roma dove tiene la prima personale presso la Galleria Schneider (1962). Nel 1965 partecipa a una mostra collettiva all’Odyssia di New York, negli Stati uniti, dove si trasferisce per più di quindici anni per poi tornare in Italia: prima a Milano e, dal 1994, a Pesaro. Ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra questi: Berlino (1973); Zurigo (1974); New York (1977); PAC, Milano (1982); Trento (1995); Galleria G7, Bologna (1997). Tra il 2000 e il 2002 partecipa a importanti collettive, come Images a Francoforte, il Todi Art Festival ed Exempla a Teramo, dove realizza la monumentale opera Gran Sassi. Fra le personali degli ultimi anni: Le pietre di marmo, mostra omaggio nell’ambito della XXV Biennale di Scultura di Gubbio (2008); Biografia ideale, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro (2009); 15 Stele 15, Galleria Niccoli, Parma (2010); Su misura, Galleria Il Ponte, Firenze (2011); I do as I did, Lorenzelli Arte, Milano (2011), You,Space, al CAMEC di La Spezia (2012), Paolo Icaro 1967-1977 (Galleria P420) e Paolo Icaro Living in America (Galleria G7), entrambi e nel 2012 a Bologna. Sue opere sono presenti nei Musei di Torino, Milano, Genova, Cagli, Modena, Bologna, Roma, Washington, Gent, Antwerpen, Francoforte. Vive e lavora a Tavullia, sulle colline di Pesaro.
Icaro costruisce una ricerca molto personale che si manifesta non solo nelle tecniche – disegno, performance e soprattutto scultura e installazioni – ma anche nel suo rapporto col materiale: dal più usato, la terracotta, che viene esplorato in tutte le sue declinazioni, al marmo, dal bronzo alla cera, dal gesso al ferro, dalla pietra al legno. Tecniche e materiali che si uniscono per un obiettivo principale: esplorare lo spazio, uno spazio da sperimentare col corpo, da misurare in senso fisico e mentale, da ricercare nel divenire del tempo, da trasformare inserendovisi dentro, da ridisegnare suggerendo nuove collocazioni tridimensionali. Succede così che, spesso, i luoghi dove le opere di Icaro sono collocate mutano la loro valenza e il loro senso e, per attraversarli, anche lo spettatore deve mutare giocoforza la percezione che aveva del luogo stesso. Perché, infatti, all’interno di questo spazio, le opere di Icaro fluttuano – letteralmente – sembrano sempre leggere, qualsiasi materiale l’artista usi. Sembrano “acqua solida” pronta a compenetrare lo spazio senza mai invaderlo, modificandone la forma senza mai alternarne l’essenza.
Highlight
La Biennale di Gubbio del 1964 lo vede vincitore del Premio del Ministro degli Esteri. Nell’ottobre 2007 è invitato a realizzare un intervento permanente per l’Italian Department della uCLA-University of California a Los Angeles. Nel 2011 espone l’installazione Cardo e decumano (2010) a Bologna, nel Cortile di Palazzo d’Accursio, in occasione di Art First.