NINO

Edizione Do ut do 2021

Edizione

L'edizione 2021 di do ut do sostiene il lavoro di un grande fotografo: Nino Migliori. Con il progetto della mostra "Via Elio Bernardi, 6", il libro d'artista "MUSEUM", il mobile "NINO" progettato da Michele De Lucchi e la video-intervista proiettata all'interno della rassegna "Cinema Ritrovato" di Bologna do ut do rende omaggio a un grande amico.

Teaser della mostra di Nino Migliori "Via Elio Bernardi 6" – Museo Archeologico, Bologna

Premessa

Nel 1839, in una Parigi in grande mutamento, fu annunciata l’invenzione della fotografia, il rivoluzionario strumento di rappresentazione che influenzerà tutto il mondo delle arti visive.

Una delle sue prime applicazioni fu il ritratto tanto che nel giro di pochi anni in tutto il mondo emersero importanti protagonisti di questo genere d’immagine: da Nadar a Eugène Disdéri, da Hill e Adamson a Julia Cameron.

In questi 180 anni la ritrattistica si è dunque affermata nella nostra quotidianità con un percorso autonomo e originale, rappresentandoci con stili diversi a seconda del contesto storico e delle nuove tecnologie. Si pensi, per esempio, alle differenze tra i primi ritratti dell’800 (basati su lunghe pose e il formalismo del presentarsi nelle migliori condizioni possibili) agli anni del dopoguerra (le fototessere) per finire ai giorni nostri(i selfie).

Nel lungo dibattito sulla ritrattistica per molto tempo ci si è orientati verso la ricerca dell’introspezione psicologica, mentre recentemente il ritratto fotografico, grazie all’utilizzo del cellulare, si è indirizzato più sull’apparenza che verso la profondità del tutto.

In questo senso il lavoro altamente innovativo che ha fatto Nino Migliori è invece andato in una direzione nuova. Una direzione che merita attenzione oltre che un approfondimento.

Il progetto

Nino Migliori ha da sempre praticato il genere del ritratto, realizzando diversi progetti, utilizzando diversi stili legati ai suoi molteplici ambiti di sperimentazione. In particolare questa idea di ritrarre volti utilizzando la sola luce di un fiammifero prende spunto da una ricerca precedente, Lumen, iniziata nel 2006.

Si è trattato di una lettura di famosi monumenti e sculture, dallo Zooforo del Battistero di Parma al Cristo Velato della Cappella Sansevero, esplorati con l’apporto luminoso di una o più candele permettendo a quei capolavori di riapparire a noi moderni nella loro essenzialità. Un gioco di sfumature, di grigi, di neri profondi capace di indagare i volumi, i particolari, le movenze cristallizzate nei diversi materiali regalandoci così nuove suggestioni e nuove prospettive.

Usando la luce di un solo fiammifero Nino Migliori ha ripreso negli anni i visi di centinaia di persone che sono passate dal suo studio in Via Elio Bernardi 6/a a Bologna, costruendo così una originale galleria di volti.

Amici, critici d’arte, politici, scultori, scrittori, pittori, insegnanti, imprenditori, tutti ritratti con un gioco di luce/ombra, creato dalla fiamma del cerino, che assume un ruolo introspettivo sia per la parte psicologica del soggetto, sia per quella più prosaica di rappresentarne le fattezze, ottenendo un risultato di assoluta originalità.

Opere

I Do dell'edizione 2021